01
“Può un oggetto - seppure di proporzioni smodate, visibili anche a distanza di chilometri – passare inosservato per decenni? E, inesorabilmente, divenire parte integrante del panorama non solo di una città ma di un intero spazio costiero? Negli anni entrare a far parte dell’immaginario collettivo senza però sollecitarne riflessioni? Piuttosto, quasi per inerzia, assimilarsi alla rassegnazione corrente del “così vanno le cose…che ci possiamo fare!!”. Addirittura fondersi nell’ordine delle cose… immanenti. Senza via di scampo seppur grondanti ingiustizie e sol perché comoda opinione vuole che “ormai…”. E ancora in maniera arrogante occupare un ruolo di prestigio tra le messe infauste di politicanti e saltimbanchi di mestiere che della res pubblica mai avranno a cuore? Il pontile di Lamezia Terme situato nell’omonimo Golfo – e la cui triste e nota storia ha radici lontane (1971-72) – a nostro avviso è divenuto nei decenni un emblema. Sintomo e simbolo tangibili della tracotanza politica, del malgoverno, delle illusioni costruite sulle spalle della povera gente comune, della grossolanità morale di una classe politica, a tutti i livelli, che proprio nel solco della dimenticanza ha posto le basi per l’autoconservazione. Ma il pontile di Lamezia Terme non è solo uno scempio indiscusso. Infatti, abbandonato negli anni ad una lenta agonia che lo vede protagonista di un’inesorabile autodistruzione cui tutti assistiamo senza rigurgiti d’opinione, il pontile Sir, ciclicamente, occupa posti di rilievo tra i programmi politici. “Risanamento, conversione, abbattimento”… Con cadenza neanche troppo concitata – registrata in media a ridosso delle tornate elettorali - le orazioni e gli interventi politici si muovono grosso modo lungo queste direzioni dialettiche. Utopie e illusioni. Utopie e frustrazioni… Utopie vuote d’anima.
02
L’esigenza dell’iniziativa che proponiamo, “PontileLamezia…NuoveIpotesi”, nasce innanzitutto da un desiderio di rottura rispetto a cotanta rassegnazione e alla bieca logica della “lamentela”. Altresì, il progetto non ha alcuna presunzione di ergersi a “giudice” di un passato-presente di cui, piuttosto, pensiamo avere tutti – nessuno escluso – una parte di colpa. Perché mai nulla è stato tentato! Il progetto nasce dal bisogno di aprire un solco illuminato. Di inaugurare un simposio di idee affidate alla più alta delle sfere umane: l’arte; nell’accezione culturale più ampia. Il “sogno” è di rompere questo quarantennale assordante silenzio con il “movimento” di idee e opinioni libere. Senza censura e senza confini di linguaggi. Consci del fatto che l’idea sia valida e possa essere recepita da quanti credano al “potere dell’arte”. Senza presunzioni o aspettative miracolistiche. Senza inseguire eventi fantasmagorici… anche perché il pontile Sir nasce già da un’utopia vergognosamente fallita. Piuttosto, l’idea che intendiamo veicolare - e che speriamo possa trovare il consenso disinteressato di amici, colleghi, artisti di ogni età, razza, colore politico e provenienza culturale, cittadini comuni - è di contribuire all’apertura di un dibattito. Ogni “partecipante”, saprà di potere essere co-protagonista – ognuno con la propria “opera” – di un momento culturale illuminato… che ha un’unica presunzione: vincere l’inerzia di un fatalismo trentennale con una vera e propria “botta di arte”. Invertire una rotta ultratrentennale di nichilismo, mandarla in frantumi… in pezzi d’arte. In nuove ipotesi".
Caterina Misuraca & Carlo Carlei
03
Un’idea semplice: trasformare il relitto inospitale del pontile industriale in un luogo per il divertimento e il tempo libero, da raggiungere non solo nel corso della bella stagione. Una lunga scogliera, strutture ombreggianti, una promenade sul mare per scoprire la sensazione di inoltrarsi in mare aperto con le proprie gambe.